Maggio, 2017
Giorno e Orario
(Sabato) 16:45
Luogo
Auditorium Marco Biagi, Modena
Largo Marco Biagi, 10, 41121 Modena MO
Programma di sala
Sabato 13 maggio 2017, ore 16.45 Auditorium Marco Biagi, Modena SpazioShakespeare A cura dell'associazione Coranto e dell’Istituto Musicale “O. Vecchi - A. Tonelli” ENSEMBLE CORANTO Vittoria Giacobazzi,
Programma di sala
Sabato 13 maggio 2017, ore 16.45
Auditorium Marco Biagi, Modena
SpazioShakespeare
A cura dell’associazione Coranto e dell’Istituto Musicale “O. Vecchi – A. Tonelli”
ENSEMBLE CORANTO
Vittoria Giacobazzi, Margherita Paoluzzi, Diana Frigato soprani
Erica Rompianesi, Matilde Polia mezzosoprani
Mario Tardini, Anna Trotta, Mariaelena Fincato contralti
Flavio Carlotti tenore
Francesco De Poli, Alberto Giovannini baritoni
Antonio Lorenzoni, Riccardo Polia bassi
Marco Pedrazzi pianoforte
Ralph Vaughan Williams (1872 – 1958)
Three Shakespeare Songs, per Soprano, Contralto, Tenore e Basso
John Cage (1912 – 1992)
Ophelia, per pianoforte solo
Ingresso gratuito
Ensemble Coranto è una realtà nata nel 2013 a Modena. Si configura principalmente come ensemble vocale, ma l’eclettismo dei componenti la porta ad essere un gruppo fortemente interdisciplinare che esplora e sperimenta i diversi linguaggi artistici al fine di divulgare con un approccio di ricerca le bellezze della musica, in particolare del repertorio antico, barocco e cameristico in genere, volto ad avvicinare anche i più scettici. Per questo motivo collaborano con l’ensemble strumentisti, danzatori e artisti visuali. Al suo attivo, collaborazioni con l’ISSM “O.Vecchi-A.Tonelli” e il Salotto culturale “Aggazzotti” di Modena, con “ERT” – Emilia Romagna Teatri , “Il Ratto d’Europa”, l’associazione di danza acrobatica “Somantica Project”, il “Museo internazionale della Musica” di Bologna, la “Sagra Musicale Lucchese” di Lucca, la “Galleria Civica d’Arte Contemporanea” di Modena, la rassegna concertistica “Armoniosamente” dell’associazione “J.S. Bach – amici dell’organo” di Modena, la Cappella Musicale del Duomo di Modena con la quale collabora come ensemble in residenza nell’anno 2017. Il gruppo propone anche attività didattica-musicale all’interno delle scuole del territorio modenese. L’ensemble ha recentemente collaborato alla rassegna didattica “Giornate barocche” tenutosi a Bologna sotto la direzione artistica del noto mezzosoprano Romina Basso, già ospite della GMI modenese agli inizi della sua carriera, in collaborazione con il Conservatorio di Rovigo “F. Venezze” L’ensemble è stata selezionata presso la Fondazione Cini di Venezia per un prestigioso seminario sulla musica polifonica cinquecentesca “Battles and Lamentations” in collaborazione con il controtenore Dominique Visse, fondatore della famosa ensemble Clément Janequin. Recentemente il gruppo ha preso parte al Festival Fringe “Oude Muziek” di Utrecht, riscuotendo grande successo di pubblico.
Marco Pedrazzi è nato a Bologna nel 1994. Oltre che come solista, suona anche in formazioni da camera – avendo studiato con Paola Besutti e Luca Simoncini – e come accompagnatore. Dopo il diploma triennale in pianoforte, conseguito presso l’ISSM Vecchi-Tonelli di Modena sotto la guida del M. Massimo Neri, si è iscritto al Biennio di Musica da Camera del Conservatorio di Parma, dove è stato recentemente coinvolto nell’esecuzione della composizione di Azio Corghi “Un petite Train du Plaisir”.
Insegna pianoforte presso l’Associazione La Musica Interna di Bologna.
È sul podio di numerosi concorsi fra cui il XVII International Music Competition a Cortemilia (presidente della giuria: Marcello Abbado), il Concorso Nazionale Città di Riccione (Alfredo Speranza), l’VIII Concorso pianistico Lia Tortora a Città della Pieve (Pietro Rigacci) ed il Concorso pianistico Villa Oliva (Marcella Crudeli).
Nel 2011 ha composto, ed eseguito in trio, la colonna sonora del documentario Quanto resta della notte? , un film su Giuseppe Dossetti di Lorenzo Stanzani per la trasmissione della RAI La Storia Siamo Noi. È invitato a partecipare a numerosi concerti, rassegne ed eventi – come “Spazio15” organizzato dalla Gioventù Musicale d’Italia, il Festival “Grandezze e Meraviglie” di Modena, i Concerti di Primavera del Tempio Valdese di Torre Pellice, i Concerti di Natale all’Inail di Roma, il festival MusicAntica di Trento, i concerti organizzati da EXPO2015 a Milano.
I suoi interessi sono rivolti in particolare alla musica moderna e contemporanea. Nel 2014 il compositore Marco Bonechi scrive appositamente per lui e per il pianista Filippo de Bona i Due pezzi per quattro mani, eseguiti in prima assoluta all’interno della rassegna per le celebrazioni dei 150 anni del Liceo “Orazio Vecchi” di Modena.
Completa la sua formazione studiando canto con Silvia Testoni e cantando musica barocca nella Cappella Musicale di San Petronio a Bologna diretta da Michele Vannelli. Come membro dei Serial Singers della Corale Rossini di Modena ha fatto parte del Distinguished Concerts Singers International, che nel gennaio 2015, presso la Carnegie Hall di New York, ha eseguito la cantata The Healer di Karl Jenkins.
Per informazioni: segreteriagmimo@gmail.com
Gli Shakespeare Songs sono tre brani per coro misto composti nel 1951 da Ralph Vaughan Williams, come pezzi d’obbligo per il «June Festival» della Federation of Music Festivals britannica di cui il compositore era presidente. Le tre composizioni, ricche di fraseggi e dissonanze particolari, che regalano armonie piacevoli all’udito nel più puro stile dell’autore, si sono rivelate in seguito anche dei capolavori didattici assai stimati dai direttori di coro, dai compositori e dai cantanti stessi. I brani prendono spunto da due capolavori di Shakespeare: La tempesta e Un sogno di una notte di mezza estate. La prima canzone, «Full Fathom Five» («A cinque tese di profondità»; The Tempest, I.2) è il requiem che lo spiritello Ariel canta per il padre di Ferdinando, figlio del re di Napoli morto in un naufragio: «Tuo padre giace a una profondità di cinque tese e le sue ossa diventano corallo duro … e le ninfe marine ogni ora suonano campane a morto». La seconda canzone, «The Cloud-capp’d Towers» («Le torri che toccano le nubi»; The Tempest, IV.1) riprende il celebre monologo di Prospero sull’inconsistenza della vita e delle cose: «Siamo fatti della stessa essenza da cui nascono i sogni, e la nostra breve vita è tutta dal sonno circondata.» La terza, «Over Hill, over Dale» («Per colline e per valli»; A Midsummer Night’s Dream, II.1) è tratta dal monologo con cui Titania cerca di ricomporre il proprio litigio con Oberon, in modo da riportare equilibrio nella Natura: è una canzone semplice e diretta che genera in chi la ascolta emozioni positive: un coro di voci armoniche e forti che danno sostanza ai sogni.
Ophelia è una composizione per pianoforte solo scritta nel 1946 da John Cage, commissionata dalla danzatrice moderna statunitense Jean Erdman per la propria compagnia e rappresentata per la prima volta con i costumi di Xenia Cage, ex moglie del compositore. L’opera, ispirata alla protagonista femmile dell’Amleto di Shakespeare, vuole rappresentare la sofferenza di Ofelia e la sua dissociazione psichica attraverso il ritmo incalzante e assordante delle note prodotte dal pianoforte, nonché per mezzo di una fraseologia che all’inizio dà l’impressione di essere irrazionale per poi acquistare man mano unitarietà: l’ascoltatore, in questo modo, si ritrova coinvolto nella lotta senza successo di Ofelia che prova ad interiorizzare un’esperienza irrisolvibile (Amleto da un lato dice di amarla, ma dall’altro le uccide il padre).
Sara Brandi (Biennio di II livello in Discipline musicali)