Novembre, 2018

dom18nov17:30Viaggio nel desertoPresentazione del volume​ ​Azalaï ​, ​millecinquecento chilometri a piedi nel deserto, ​ ​ed. Pendragon 17:30 Officina Windsor Park, Modena, Strada San Faustino, 155/U, 41124 Modena MORassegna:EtnicaEventi:Concerti fuori abbonamento

Giorno e Orario

(Domenica) 17:30

Luogo

Officina Windsor Park, Modena

Strada San Faustino, 155/U, 41124 Modena MO

Programma di sala

Carlo Maver​​ racconto, proiezioni, bandoneon e flauti
Musiche del Sahel

Ingresso: biglietto faidaté, da zero a 10 euro secondo disponibilità, responsabilità, gradimento
Saranno in vendita gli abbonamenti per la stagione 2018-2019
Segue etnoaperitivo a cura di Officina Windsor

Il diario di un viaggio sulle rotte dell’azalaï, l’antica via commerciale che da Tombouctou conduce alle miniere di sale di Taoudeni attraverso il deserto del Mali.Un lunghissimo percorso a dorso di cammello alla scoperta della vita nel Deserto; a far compagnia al nostro viaggiatore solitario, soltanto un cammelliere, la volta celeste e gli stupefacenti colori delle vaste superfici sabbiose punteggiate dalla rara vegetazione della brousse. Un’esperienza estrema, vissuta da un musicista che scoprirà a sue spese quanto può essere difficile fare a meno delle vecchie abitudini, mettere in dubbio le proprie convinzioni, muoversi in un universo del tutto estraneo, governato da leggi proprie. Per ritrovarsi, quasi duemila chilometri dopo, un uomo e un artista diverso da quello che era partito. Il racconto e le proiezioni delle immagini di viaggio saranno accompagnati dall’esecuzione di musiche del Sahel o ad esse ispirate

Carlo Maver Strumento di straordinaria difficoltà e complessità, affascinante per le suggestioni sonore che riesce a creare, il bandoneon non vanta nel panorama delle musiche ‘altre’ – dal jazz alla world music – molti specialisti. E’ uno strumento che, riportato alla ribalta dal grande Astor Piazzolla con il suo Tango Nuevo, in realtà si presta ad essere inserito nei contesti più svariati sia nel ruolo di solista che in quello di cesellatore di tavolozze sonore. Di questo nobile strumento a settantuno tasti (creato dal tedesco Heinrich Band quasi due secoli fa e arrivato in Argentina con gli emigranti tedeschi all’inizio del XX secolo, tanto da inserirsi presto nella musica popolare locale, al di fuori quindi del contesto di musica sacra in cui venne utilizzato inizialmente) Carlo Maver ne è uno squisito interprete. Il musicista bolognese prosegue a studiare lo strumento a mantice con straordinaria passione, inserendolo nella propria produzione, sia discografica che live, accanto al flauto, del quale vanta un diploma al Conservatorio Martini con il maestro Giorgio Zagnoni. Con il bandoneon il rapporto è iniziato grazie a Daniele Di Bonaventura, che dello strumento è un virtuoso, che l’ha indirizzato sui sentieri giusti per apprendere al meglio lo strumento. Poi Maver si è perfezionato con il maestro Dino Saluzzi con lunghi soggiorni in Argentina, per un rapporto che ha significato molto sia per la tecnica strumentale che per la ricerca di un proprio stile e linguaggio. Con il flauto prima, ed il bandoneon poi, Maver si è inserito presto nel jazz, bolognese e non, attraverso la collaborazione con il maestro Teo Ciavarella, che l’ha portato a condividere collaborazioni e palcoscenici con musicisti di primo piano, da Eddie Gomez a Hengel Gualdi, da Javer Girotto a Cheryl Porter, da Simone Zanchini allo stesso Di Bonventura, solo per citarne alcuni. Inevitabile la formazione di un proprio ensemble, il Maver Quartet, con cui il musicista ha registrato ‘Spaesaggi’ e ’12 Nodi’, dischi in cui mostra una bella vena di compositore (tutti i brani sono originali) e che hanno ottenuto il plauso della critica e che sono stati ben accolti dal pubblico, come dimostra la sua partecipazione a festival e concerti, in Italia e in Europa, ma anche in Australia, Etiopia, Turchia, Argentina e Afganistan, oltre a suonare in vari programmi tv Rai e Mediaset. Personalità artistica curiosa e sempre pronto a mettersi in gioco, Maver ha scritto anche musiche per il teatro, collaborando con attori come Natalino Balasso, Angela Malfitano, Matteo Belli e il regista del Teatro del Pratello Paolo Billi. Dal 2008 cura la direzione artistica, affiancato dall’organizzazione di Marco Tamarri, di ‘Eco della musica’, il festival ecologico-musicale che si tiene ad ogni estate in varie località dell’Appennino bolognese e modenese, per uno straordinario rapporto tra musica e ambiente che hanno fatto diventare l’appuntamento un punto di riferimento non solo italiano.

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